Quando tutta la Capitanata, dal grande centro urbano al piccolo e lontano comune rurale, senza distinzione di colore politico, divisioni di classi, solidamente unita chiedeva di essere eretta Regione…


Allorché fu resa nota la risoluzione adottata il 1° agosto 1946 dalla II Sottocommissione dell’Assemblea Costituente per l’ordinamento costituzionale dello Stato circa l’istituzione dell’Ente Regione e circa i caratteri essenziali di esso, la Camera di Commercio di Foggia che aveva già esaminato in precedenza il problema nei suoi aspetti e nelle sue possibili conseguenze generiche, si preoccupò di rivederlo dal punto di vista più specifico dei suoi riflessi sulla Capitanata.

Fu così che la Presidenza di detta Camera di Commercio indisse, per il 28 agosto 1946, nella sala della biblioteca dell’Amministrazione Provinciale, una prima riunione invitandovi a partecipare le personalità politiche, amministrative, tecniche ed economiche della provincia, allo scopo di concretare e svolgere un dettagliato esame delle condizioni locali in funzione del progettato ordinamento regionale dello Stato.

In detta adunanza fu messo in risalto come la Capitanata ha requisiti, titoli, esigenze e consistenza tali da farla considerare regione a sé stante, per cui nel nuovo ordinamento poteva aspirare a ottenere il riconoscimento di tale dignità.

Fu affermato che l’auspicata erezione in Regione, non è una pretesa ma un diritto, non una vanità campanilistica, ma una concreta sussistenza di tradizioni storiche, di condizioni ambientali, di esigenze caratteristiche, di fatti positivi, di interessi inderogabili che sarebbero pregiudicati dalla eventuale incorporazione della Regione Dauna in altre entità similari, di prospettive inconfondibili e soprattutto di una vitalità efficiente che non si riscontra, oggi, in talune regioni geografiche convenzionali, normalmente identificate dalle ripartizioni in uso.

A conclusione dell’importante dibattito, fu deciso di nominare uno speciale Comitato di Studio per la raccolta di documentazioni , la elaborazione di memorie e il coordinamento delle materie da preparare per affermare e far valere i diritti e le aspirazioni della regione di Capitanata.

Detto Comitato nelle sue adunanze successive adempì al mandato commessogli per buona parte del compito per cui venne costituito.

Nella tornata del 4 settembre 1946, intanto, la Giunta della Camera di Commercio, Industria e Agricoltura, votò l’ordine del giorno che in gran parte della presente documentazione viene integralmente riprodotto, e che costituisce il primo atto ufficiale di quel vasto e plebiscitario movimento che poi doveva sorgere e generalizzarsi nella provincia e che doveva condurre a quell’unanime manifestazione di volontà popolare che nelle pagine seguenti trova precisa e inconfutabile dimostrazione.

Dal 9 settembre al 28 ottobre 1946, il settimanale locale, “il Corriere di Foggia” pubblicò , intanto una serie di articoli che in sintesi poneva in rilievo tutte le ragioni, le argomentazioni, i dati, gli elementi, le circostanze per cui la Capitanata chiedeva come chiede oggi più che mai il riconoscimento del suo buon diritto alla erezione in Ente Regione.

L’altro settimanale locale “Il Tribuno del Popolo” – nel frattempo venuto alla luce – assecondava l’azione del “Corriere” propugnando l’aspirazione generalmente sentita e rivendicando i diritti ampiamente documentati.

A cura della Camera di Commercio, la Presidenza dell’Assemblea Costituente ed i singoli componenti della II Sottocommissione per la Costituzione, venivano messi al corrente del movimento iniziatosi e del problema posto sul tappeto, mediante corrispondenza diretta e con la trasmissione delle pubblicazioni che si susseguivano.

 Ma allorché la II Sottocommissione, secondo quanto ebbe a riferire la stampa, concluse i suoi studi sull’ordinamento regionale dello Stato ed espresse il parere favorevole tra l’altro per la costituzione della Regione Salentina, con l’aggruppamento in essa delle provincie di Brindisi, Taranto e Lecce, la Daunia sorse in piedi come un sol uomo non solo perché sentì i suoi diritti conculcati e le sue legittime aspirazioni deluse, ma anche perché avvertì subito l’enorme pregiudizio che ad essa derivava dall’incorporamento in una limitata regione, costituita dalle sole provincie di Bari e Foggia, in cui il rapporto delle forze e della rappresentanza si risolveva a tutto suo svantaggio e la diversità d’interessi, lungi dal comporsi in una complementare armonia, esaltava i contrasti e approfondiva il danno.

L’appello rivolto, dalle colonne del “Corriere di Foggia” il 6 gennaio 1947 alle Autorità ed alle popolazioni locali, veniva subito raccolto ed un apposito Comitato Promotore si costituiva per elaborare e promuovere un piano concreto di agitazioni a favore della istituzione della Regione Dauna.

 Riunitosi nel salone consiliare del palazzo Comunale, ad iniziativa di detto Comitato Promotore, un Convegno di autorità ed esponenti di tutte le forze vive ed operanti della Capitanata, fu ribadita la necessità di un’azione concorde, energica e tenace onde far giungere al Governo ed alla Costituente l’espressione dell’unanime volontà dei cittadini dauni reclamante piena autonomia nel nuovo ordinamento regionale.

Il 16 gennaio 1947, la Giunta della Camera di Commercio, rispondeva con l’ordine del giorno appena riprodotto, alla circolare N. 1 del 1 gennaio 1947 con la quale la Presidenza dell’Assemblea Costituente chiedeva di conoscere se e quali voti fossero da prospettarsi in merito alla proposta costituzione di nuove regioni da parte della II Sottocommissione.

Il 17 gennaio 1947, la Deputazione provinciale di Foggia approvava all’unanimità la deliberazione avanti riportata, riferentesi alla invocata istituzione della Regione Dauna. E da allora è stato un crescendo rapido, imponente, spontaneo, fiero e consapevole, di consensi, di adesioni, di appassionate manifestazioni di solidarietà, di vibranti dimostrazioni di entusiasmo di rivendicazioni di diritto.

Le organizzazioni combattentistiche e quelle di quasi tutti i partiti politici; le organizzazioni professionali e sindacali; le Giunte e i consigli Comunali; le associazioni culturali, sportive, economiche, sociali; le rappresentanze di ogni ceto, di ogni classe, la stampa, tutti con ogni mezzo – da quello rapido concretatosi nell’agile e breve espressione telegrafica, a quello solenne ed elaborato della deliberazione e dell’ordine del giorno appositamente formato. Tutti hanno concorso a costituire questa veemente manifestazione di volontà che nelle pagine che seguono trova dettagliata e specifica esposizione.

D’altra parte, nelle piazze, nei teatri, nei circoli, nei Sodalizi, gli affollati comizi indetti, si sono succeduti suscitando e rivelando un interesse eccezionale; gli scioperi proclamati, i cortei ordinatamente svoltisi, le vibrate proteste presentate al Prefetto della provincia perché se ne rendesse interprete presso gli organi centrali dello Stato, hanno dimostrato come tutta la Capitanata, dal grande centro urbano al piccolo e lontano comune rurale, senza distinzione di colore politico, senza divisioni di classi, senza sofisticazioni vane, fosse effettivamente, solidamente unita nella speranza che i suoi voti fossero esauditi, nella fiducia che la sua volontà fosse rispettata, nella certezza che i suoi diritti ed i suoi interessi non fossero traditi.

E la stampa locale, regionale e nazionale, non ha mancato di cogliere il significato, la consistenza e la portata di questo imponente anelito di popolo rendendosene interprete ed eco.

Vogliano i superiori organi competenti sanzionare il voto plebiscitario del popolo dauno; faranno opera di giustizia e daranno prova di reale ed effettiva democrazia.

a cura del Comitato Pro Daunia Regione

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